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Inquinamento acustico
L’inquinamento acustico rappresenta un’importante problematica ambientale, in
particolare nelle aree urbane, ed è oggi tra le principali cause del
peggioramento della qualità della vita. Nonostante ciò questa forma di
inquinamento viene spesso ritenuta meno rilevante rispetto ad altre.
Il rumore viene percepito come un "suono non desiderato" o come "una sensazione
uditiva fastidiosa" che provoca disturbo al riposo ed alle attività umane, fino
a diventare nei casi più estremi un pericolo per la salute dell’uomo e per la
sopravvivenza degli ecosistemi, nonché per il deterioramento di beni materiali,
monumenti e dell’ambiente esterno in genere.
Il suono è definito come una variazione di pressione all'interno di un mezzo che
l'orecchio umano riesce a rilevare e l'intensità del suono percepito viene
espressa in decibel (db) con il livello di pressione sonora (Lp). I suoni che
l'orecchio umano riesce a percepire hanno frequenze (numero di variazioni di
pressione al secondo) comprese tra 16 Hz e 16.000 Hz e livelli di pressione
sonora massima attorno ai 130 dB.
Una delle principali sorgenti di inquinamento acustico è legata alle
infrastrutture di trasporto, dove il traffico è sempre più congestionato. Altre
fonti possono essere individuate in alcune attività industriali, nei cantieri,
nelle discoteche, nei concerti, nelle manifestazioni ecc.
Negli ultimi 15 – 20 anni in Europa si è osservato un aumento delle zone a
rischio, cioè con livelli sonori di attenzione (zone grigie), che solo in parte
può considerarsi compensato da una diminuzione dei livelli di rumore più elevati
nelle cosiddette zone nere (zone maggiormente a rischio). Globalmente si può
osservare come vi sia stato un aumento della popolazione esposta ai rumori.
Per combattere il fenomeno dell’inquinamento acustico si può agire sulle
sorgenti (ridurre le emissioni sonore, ad esempio il traffico urbano), sulla
propagazione (allontanare le aree produttive o le grandi vie di comunicazione
dalle aree residenziali), o adottando sistemi di mitigazione dei rumori
(barriere antirumore) per proteggere le zone maggiormente esposte.
Db
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Sorgente di
rumore |
10/20 |
Fruscio di foglie, bisbiglio |
30/40 |
Notte agreste |
50 |
Teatro, ambiente domestico |
60 |
Voce alta, ufficio rumoroso |
70 |
Telefono, stampante, Tv, radio ad alto volume |
80 |
Sveglia, strada con traffico medio |
90 |
Strada a forte traffico, fabbrica rumorosa |
100 |
Autotreno, treno merci, cantiere edile |
110 |
Concerto rock |
120 |
Sirena, martello pneumatico |
130 |
Decollo di un aereo jet |
(fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) |
Documenti correlati:
- Legge 26 Ottobre 1995, n. 447 - “Legge quadro sull’inquinamento acustico”
~Kb.77
- Dpcm 14 Novembre 1997 – “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”
~Kb.15
Inquinamento elettromagnetico
L’uso dell’energia elettromagnetica è aumentato notevolmente con lo sviluppo e
la diffusione degli impianti per le telecomunicazioni e delle apparecchiature
elettriche, generando quel fenomeno comunemente definito "inquinamento
elettromagnetico", legato appunto alla generazione di campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici artificiali.
I campi elettromagnetici si propagano sotto forma di onde elettromagnetiche. Il
numero di oscillazioni che l'onda elettromagnetica compie in un secondo
rappresenta la frequenza, la cui unità di misura è l’Hertz (1 Hz equivale a una
oscillazione al secondo).
In base ai valori della frequenza, i campi elettromagnetici vengono detti a
Bassa Frequenza (0 Hz - 10 kHz), o ad Alta Frequenza (10 kHz - 300 GHz). I primi
sono generati dagli elettrodotti, dai trasformatori e dagli elettrodomestici, i
secondi dagli impianti radio-TV e di telefonia mobile.
Le caratteristiche dei campi in prossimità delle sorgenti e le possibili
conseguenze sulla salute umana variano al variare della frequenza di emissione.
Il settore delle telecomunicazioni è quello che comporta l’impatto più dannoso
sulla popolazione esposta alle onde, in continuo aumento per la sempre maggiore
diffusione di telefoni cellulari e quindi di ripetitori. Questi ultimi vengono
sempre più spesso istallati in ambiente urbano, in prossimità o addirittura
sopra i tetti degli edifici, approfittando di una cattiva informazione e di una
carenza di legislazione, ed in barba ai grandi rischi per la salute umana, sia a
breve che a lungo termine.
A tale proposito è da sottolineare come nei soggetti esposti a radiazioni
elettromagnetiche, gli effetti maggiormente riscontrati vanno dalle
micro-scosse, alle variazioni del metabolismo, del sistema immunitario, del
sistema nervoso, circolatorio, comportamentale, fino ad arrivare agli effetti
tumorali (sistema nervoso centrale e sangue).
Proprio per questo è necessario andare verso verso l'adozione di nuove
tecnologie a basso impatto e verso una buona pianificazione territoriale,
cercando di limitare la diffusione delle sorgenti impattanti, a tutela della
salute umana e dell’ambiente.
Documenti correlati:
-
Legge 22 febbraio 2001, n. 36 - “Legge quadro sulla
protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”
~Kb.115
-
Dpcm 8 luglio 2003 - "Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la
protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz"
~Kb.101
-
Dpcm 8 luglio 2003 - "Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la
protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici
alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti".
~Kb.21
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